1981.Diamante non era altro che un borgo di marinai con un centro storico abitato da famiglie di pescatori. Il richiamo del turismo iniziava ad essere sempre più forte per un borgo tanto caratteristico, affacciato su un mare cristallino da Bandiera blu 2021.
Bisognava, allora, rendere un centro storico degradato talmente bello da richiamare a sé chiunque passasse di qui.
L’idea fu dell’artista Nani Razetti, genovese di nascita, diamantese di adozione. Accolta con immenso piacere dal sindaco dell’epoca, Evasio Pascale. L’idea era quella di adornare le facciate delle case del centro-storico di Diamante con veri e propri dipinti, sullo stile di ciò che stava accadendo in Messico.È in Messico, infatti, che nasce il muralismo grazie a Diego Rivera, José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros. Artisti che rompono i confini museali rendendo l’arte collettiva, libera, aperta a tutti coloro che volevano fruirla.
L’idea di Razetti e Pascale era di trasformare l’antico borgo in un museo a cielo aperto. Fra Giugno e Settembre 1981, ottantacinque pittori arrivarono a Diamante per lasciare una propria opera sui muri delle vie della città. Alcuni avevano un progetto ben impresso nella mente ma cambiarono in corso d’opera affascinati dalla natura, dalla storia, dagli abitanti. C’è chi ha narrato, con i suoi pennelli, la storia della Magna Grecia; chi il mare che ha dato tanto alla città ma ha preso altrettanto; chi ha impresso la storia recente, le migrazioni, i latifondi, le guerre e le rivolte; chi il passaggio dalla vita bucolica a quella industriale; chi ha dipinto i volti scavati, arrossati, solcati dalle rughe delle contadine e dei contadini di Diamante. Ma soprattutto, gli artisti hanno narrato le strade, la cordialità degli abitanti, il loro affetto, il loro entusiasmo. Hanno raccontato il caffè che veniva offerto loro; i gatti che facevano loro compagnia; le anziane signore sedute sulla soglia di casa, intente ad inanellare le trecce di peperoncini; gli anziani signori che discutevano, anche litigando, cosa sarebbe diventato quel timido bozzetto che si affacciava sulle pareti.
Sono stati mesi in cui la Cultura ha regnato sovrana: dibattiti, spettacoli, mostre, proiezioni. Mesi in cui l’antico Borgo ha trovato nuova vita, nuova luce, nuovo colore. Ognuno ha partecipato come poteva al cambiamento del paese rendendo il proprio vicolo ancora più bello, più floreale, più accogliente.
Quella storia non è terminata nel 1981 ma è diventata una tradizione quasi annuale che ha reso Diamante il paese più dipinto d’Italia o, nelle parole di Nani, il Borgo dei nasi all’insù. Razetti voleva che i turisti si perdessero nell’arte, che camminassero curiosi per le strade del borgo alla scoperta dei Murales senza un itinerario specifico. Ognuno sarebbe stato libero di seguire il proprio cuore e scoprire l’arte nel frattempo.
Da quella prima Operazione Murales sono passati ben 40 anni e per celebrare l’idea di quei visionari di Nani Razetti ed Evasio Pascale, la città di Diamante questa estate, nel rispetto e nel limite delle norme anti-Covid, realizzerà mostre, dibattiti, nuove opere, restauri e tour nell’arte.
Una storia a cui Villa dei Mercanti partecipa pienamente, come dimostra la maestosa opera muraria che adorna la nostra struttura. Un’opera di street art per la precisione. Ma questa è un’altra storia che vi racconteremo prossimamente. Nel frattempo vi aspettiamo per accogliervi nell’arte.
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